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Conosciamo tutti i Post-it® i foglietti di carta colorata o di altri materiali la cui caratteristica principale è essere semi-adesivi.

Con il marchio Post-it notes, depositato e registrato della 3M, oggi sono commercializzati in tutto il mondo, diversi prodotti adesivi per la cancelleria.

Quella che invece in pochi sanno, è la storia del Post-it®, come ha avuto origine, conoscendola tutti possiamo fare considerazioni importanti.

Era il 1968 e il Sig. Spencer Silver, nei laboratori della 3M, società per la quale lavorava, stava cercando di inventare un nuovo adesivo molto potente. Dalle diverse ricette che decise di testare, scaturirono altrettante mescole di colle dalle diverse peculiarità anche se più o meno simili tra loro. Una in particolare però divergeva radicalmente da quanto progettato da Spencer. In cosa divergeva?! Attaccava poco e non seccava, quindi venne accantonata sia la ricetta che il prodotto. Solo nel 1974 un collega di Spencer Silver, Arthur Fry, mentre guardava un innario in uso nel coro della sua chiesa, pensò di usare quell’adesivo per creare dei segnalibri che non scivolassero via e tenessero la pagina.

Un cambio di paradigma importante e rivoluzionario.

L’aver individuato semplicemente una diversa funzionalità rispetto a quella inizialmente progettata, aveva rivestito di importanza e genialità un prodotto prima considerato fallimentare.. Detto tra noi, la storia del Post-it®, tutto sommato potrebbe rientrare nella categoria “botta di culo”, non credi?! In effetti ci sono tutti gli elementi per affermarlo: un tecnico di laboratorio un po’ sbadato; un prodotto considerato per sei anni fallimentare; un tipo che mentre prega comprende che i segnalibri sarebbero fantastici se rimanessero attaccati alla pagina interessata; il ricordo di quel tal prodotto in magazzino della 3M con attaccato sulla scatola “FAIL”…
Si, dai! Tutto considerato alla 3M hanno avuto proprio un gran culo… ma si sa occorre una buona dose anche di quello… comunque tutta questa storia ci porta spunto per tante domande… una su tutte: alle 3M partendo dal prodotto fallimentare sarebbero potuti arrivare allo stesso risultato intenzionalmente, senza casualità e magari in minor tempo?!

Secondo Edward De Bono si! applicando il Pensiero Laterale.

Lo psicologo maltese teorizzò, per altro proprio ad inizio degli anni ’70, un sistema di pensiero alternativo a quello che fino ad allora era il solo modo di pensare, poi precisato Pensiero Verticale, al quale il Pensiero Laterale di De Bono si affianca con carattere di complementarietà e non di alternativa esclusiva.

Come lavora la nostra mente?!

Secondo De Bono la nostra mente lavora per modelli, cioè elabora le informazioni in entrata, secondo modelli similari già elaborati e metabolizzati, quindi una nuova idea, una nuova prospettiva, una nuova informazione, viene necessariamente confrontata con una struttura già formata e preesistente nella mente del ricevente, subendo tutte le limitazioni del caso. Questa tipicità schematica è nota appunto come Pensiero Verticale e siamo tutti portati naturalmente a pensare in modo “verticale”.

De Bono sostiene che è possibile apprendere e pensare anche in modo diverso attraverso appunto il Pensiero Laterale. Ma come?

Sostanzialmente, allargando a dismisura la prospettiva con la quale ci poniamo a considerare sia il problema, sia la sua soluzione – si scardina la logica schematica dei modelli preimpostati, volando e andando oltre quei confini inevitabilmente limitati e limitanti tipici del Pensiero Verticale.
Comprendi il salto di paradigma?!

Comprendi la rivoluzione che possiamo far scoppiare e gli strumenti che possiamo usare ogni volta che sul lavoro o nella vita si pone un problema o si prospetta una situazione che sembrano senza soluzione?!

Quando alla 3M Spencer Silver verificò di aver fatto una porcata di colla – secondo la logica che stava ricercandone una super – questi usò solo il Pensiero Verticale ovvero sequenziale e non ebbe a trovare altra soluzione che buttare via tutto e continuare a dedicarsi alla super colla.
Se avesse usato subito il Pensiero Laterale avrebbe avuto un approccio indiretto al problema, invertendo la prospettiva avrebbe potuto pensare:
“Ok, ho fatto una colla che non mi occorre per quello che cercavo… ma a cos’altro potrebbe servire?! Ha questa caratteristica che attacca poco e non secca… quale bisogno potrebbe soddisfare?! In quale campo potrebbe servire se applicata?! E se la applicassi a … potrebbe servire per… ??!
Concretamente, avrebbe dovuto osservare la problematica da molti più punti di vista e forse nessuno gli avrebbe soffiato la cosa sotto il naso, né sei anni dopo da un collega, né mai…
Ricorda quindi che un problema o una casistica qualsiasi, lo si affronta in modo logico sequenziale, quindi frontalmente, ma anche lateralmente e da tutti gli altri punti di vista possibili che intuisci possano esserci.
Ricorda anche che ti dico già da ora che Ti stupirai delle soluzioni e delle alternative che riuscirai a trovare… se hai difficoltà… fatti un Post-it®!!

Memento audere semper (Ricorda di osare sempre)

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