Le misteriose competenze trasversali
marzo 16, 2017
Cosa possiamo imparare da un post-it?!
aprile 10, 2017
Mostra tutto

“Abracadabra…”

“Apriti Sesamo!! 

“Tre ali di pipistrello, due lingue di lucertola…”

Ah che belle le formule magiche!! Un ancoraggio alla nostra infanzia e alla lettura delle favolette della buonanotte, ma anche il sogno proibito di godere di vantaggi speciali e percorsi esclusivi verso il successo che inconsciamente hanno il sapore del giusto riconoscimento a quello che riteniamo essere e a quello che abbiamo fatto.

Tutti siamo affascinati dalle formule magiche!!

Generalmente sono pochi quelli che rimangono affascinati dalle formule chimiche o matematiche, mentre tutti siamo affascinati dalle formule magiche…

Purtroppo le formule magiche, quelle vere per realizzare incantesimi e pozioni non esistono, però esistono formule che di per sé non sono magiche, ma che se applicate con forza e tenacia contribuiscono a rendere magicamente diversi (in meglio) i nostri risultati.

Quella che più mi piace, quella più magica di tutte, è questa:

Prestazioni = potenzialità – interferenze

In soldoni: esprimendo le nostre potenzialità al massimo otteniamo le migliori prestazioni possibili. Magica e facile… solo a dirsi però…, vediamo perché, partendo proprio dalla definizione degli elementi della formula:

  • le Prestazioni (o performance per gli anglofoni…) sono il risultato o il rendimento della messa a disposizione della propria opera, della propria competenza, delle proprie capacità fornite in un’attività;
  • le potenzialità sono le disponibilità che sono in potenza, anche quelle non ancora in atto;
  • le interferenze sono la sovrapposizione di fenomeni, l’influenza esercitata, l’intervento indebito, una intrusione.

Il rendimento della prestazione è la somma delle proprie competenze, quelle tecniche e quelle trasversali, disponibili in potenza e messe in opera

Quindi il rendimento della prestazione è la somma delle proprie competenze, quelle tecniche e quelle trasversali, disponibili in potenza e messe in opera, al netto di tutto quanto possa essere di disturbo. Chiaro no??!

Dove si gioca la partita?!

La partita della prestazione migliore si gioca quindi su tre campi, le proprie potenzialità, le interferenze interne e le interferenze esterne.

Ok!! Una partita su tre campi non è facile… come si fa??!! Quale tattica si adotta??!

Quale tattica adottare?!

Te lo dice Pino!! Pino è il mio salumiere… lui sa bene che per affettare un etto di mortadella c’è solo un modo possibile: una fetta per volta!!

Pino è un genio… tutti i salumieri sono geni… la loro tattica è famosa: la tattica del salumiere!! Una fetta per volta dicevamo, quindi adattandola al nostro caso, la tattica strategicamente migliore, è quella di giocare su un campo per volta.

Partirai dal campo che per predisposizione personale reputi più facile poter intervenire e sul quale quindi prevedi raggiungere, in tempi relativamente brevi, un miglioramento significativo. Un semplice miglioramento non è solo un miglioramento, anche se significativo… in realtà è la prima fetta di mortadella del cambiamento: un vero cambiamento si ha arrivando e contando tanti miglioramenti.

Il circolo virtuoso e benefico

Il miglioramento ha un effetto benefico enorme, perché amplifica la propria autostima e aumenta il senso di autoefficacia, innescando un circolo virtuoso benefico su noi stessi che si auto alimenterà via, via che arriveranno altri miglioramenti, fino a raggiungere il cambiamento.

Le interferenze interne

Avremo quindi chi preferirà concentrarsi sulle proprie interferenze interne: le mappe mentali errate, le convinzioni limitanti, i paradigmi vincolanti, i limiti valoriali.

Le interferenze esterne

Altri invece preferiranno porre l’attenzione prima sulle interferenze esterne: ambiente di lavoro inospitale, contesti famigliari frenanti, humus sociale svilente, situazioni relazionali inadatte.

Altri ancora invece proveranno ad elevare le loro potenzialità migliorando le loro competenze tecniche e quelle trasversali.

Su ognuno dei tre campi dobbiamo cercare di rimuovere, variare, innovare gli schemi, concentrando gli sforzi in un’unica direzione: la migliore prestazione possibile!

Quindi la formula magica delle prestazioni eccellenti è la migliore strategia per chi voglia attuare il proprio piano d’azione in qualsiasi ambito interessi. Quello più vicino al business coaching è naturalmente quello lavorativo, quindi

Il coach avrà fatto bene il proprio lavoro con il coachee, il cliente, quando questi avrà preso consapevolezza

intanto dell’esistenza della formula stessa; poi quando avrà analizzato tutte le componenti che lo riguardano, partendo dalle sue attuali competenze tecniche e trasversali, definendo quelle che ritiene dover allenare e le nuove che intende acquisire; poi quando avrà analizzato, in relazione al proprio risultato atteso, le interferenze interne e quelle esterne, che possono ostacolare la sua la migliore prestazione possibile, secondo la tattica di Pino il salumiere: una fetta per volta.

Buon appetito, anzi no: abracadabra.

Memento audere semper  (Ricorda di osare sempre)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *